Cos’è il D-mannosio?

Il D-mannosio viene impiegato per il trattamento delle infezioni del tratto urinario. Si tratta di un carboidrato: uno zucchero semplice che è strutturalmente simile al glucosio. Il D-mannosio si trova in alimenti come:
- mirtilli (e succo di mirtillo);
- arance;
- mele;
- pesche;
- mango;
- legumi
È possibile trovare il D-mannosio anche in forma di integratori alimentari. Alcuni integratori aggiungono altri ingredienti come gli estratti di mirtillo rosso che svolgono un effetto nel trattamento delle infezioni del tratto urinario.
Il D-mannosio aiuta a trattare le infezioni del tratto urinario?
Quando si consumano quantità sufficienti di D-mannosio, come nel caso dell’assunzione di integratori alimentari, il D-mannosio entra nel flusso urinario e, quindi, viene rilasciato nel tratto urinario. Qui, grazie alla sua composizione chimica, “si attacca” ai tessuti urinari impedendo, di fatto, che agenti patogeni come l’E. Coli possano colonizzarli, sviluppandosi nell’uretra, nella vescica o negli ureteri.
Gli agenti patogeni, in questo modo, non potendo attecchire sul tessuto, vengono eliminati attraverso l’urina.
Perché questo accada è necessario che venga assunto in una certa quantità e per un determinato periodo di tempo: è l’urologo che indica lo schema terapeutico da seguire.
L’assunzione di D-mannosio è quindi un buon modo per prevenire o trattare le infezioni del tratto urinario che, dietro consiglio dello specialista urologo, può limitare l’assunzione frequente di antibiotici e i relativi problemi di antibiotico-resistenza.
Gli studi scientifici a supporto di tale conclusione sono diversi; ne vengono indicati alcuni.
Lo Studio del 2014 sul D-mannosio
In uno studio del 2014, i ricercatori hanno esaminato 308 donne con infezioni ricorrenti del tratto urinario. Le infezioni ricorrenti del tratto urinario sono definite dall’avere tre o più infezioni urinarie in un anno o due o più in sei mesi.
Tutti le partecipanti avevano assunto precedentemente un antibiotico, su indicazione medica.
Al termine dell’assunzione e per i sei mesi successivi:
- un terzo delle donne ha preso 2 grammi di polvere di D-mannosio al giorno;
- un terzo ha assunto un antibiotico a basso dosaggio, quotidianamente (nitrofurantoina);
- il rimanente terzo non ha effettuato alcun trattamento.
Il gruppo di donne trattate con D-mannosio ha sperimentato la stessa riduzione del rischio di recidiva del gruppo sotto antibiotico a basso dosaggio.
Le evidenze dello Studio del 2016
Nel 2016 viene effettuato uno studio su 43 donne adulte con infezioni ricorrenti del tratto urinario o con sintomi di infezione della vescica. Le pazienti sono state quindi separate in due gruppi, di cui uno trattato con D-mannosio assunto per via orale due volte al giorno per tre giorni e, quindi, una volta al giorno per 10 giorni. L’altro gruppo non è stato sottoposto a trattamento.
Dopo 6 mesi, il gruppo a D-mannosio ha registrato un tasso di recidiva delle infezioni del tratto urinario del 4.5% contro il 33.3% del gruppo non trattato.
Le donne del gruppo a D-mannosio hanno riportato un miglioramento complessivo dei sintomi.
Le revisioni del 2020
Due revisioni sistematiche pubblicate nel 2020 hanno esaminato ciascuna gli studi clinici sull’uso del D-mannosio per prevenire le infezioni ricorrenti del tratto urinario.
La prima meta-analisi ha concluso che il D-mannosio sembra essere efficace quanto gli antibiotici nel ridurre le infezioni urinarie ricorrenti e ha anche effetti collaterali minimi e trascurabili.
La seconda revisione ha anche concluso che l’integrazione di D-mannosio sembra diminuire la probabilità di incorrere in infezioni ricorrenti del tratto urinario e migliorare la qualità della vita riducendo i sintomi.
Conclusioni
Il D-mannosio viene normalmente utilizzato per trattare la cistite.
In letteratura scientifica non sono descritti effetti collaterali gravi derivanti dall’assunzione di D-mannosio ma, trattandosi di uno zucchero, la sua assunzione va monitorata attentamente da un medico specialista in presenza di soggetti che soffrono di diabete poiché potrebbe alterare i livelli di glucosio nel sangue.
I disturbi più frequentemente descritti, pur rari, sono diarrea e crampi addominali e hanno carattere transitorio.