Quanto paga di tasse una partita IVA freelance?
In Italia, il modo della partita Iva viene disegnato come particolarmente complesso ed è impossibile gestione ma, siamo sicuri che sia così? In realtà, con le nuove norme messe a disposizione, l’apertura di una partita Iva È molto più semplice, come, del resto, anche la sua gestione. Prima di cercare di comprendere quante tasse paghi un freelance con una partita Iva, è necessario capire quali siano i regimi fiscali oggi disponibili per l’apertura di una partita Iva.
Con quali regimi fiscali si può aprire una partita Iva in Italia?
In Italia, la partita Iva è quel codice identificativo che permette ad un individuo di praticare una attività in regola, versando tasse e contributi. Esistono due principali tipologie di regimi per la partita Iva: Il regime forfettario e il regime ordinario. Il regime forfettario è sicuramente quello più vantaggioso in quanto permette di ridurre al minimo le dichiarazioni fiscali e gli obblighi per il contribuente. Questo partita Iva è stata appositamente studiata per incoraggiare l’apertura di piccole start-up e di favorire le piccole medie imprese. Per rientrare nei requisiti minimi per poter aprire una partita Iva in regime forfettario e necessario innanzitutto che i ricavi annuali non superano la soglia totale dei 65.000 €. Le spese per il lavoro accessorio, per i dipendenti e collaboratori, non devono superare i 20.000 € lordi l’anno, mentre, i redditi da lavoro dipendente o assimilati e pensioni non devono superare a loro volta i 30.000 € lordi l’anno.in questo caso è possibile godere di una tassazione sull’imponibile del 5% per i primi cinque anni. Il regime ordinario, invece, è adatto per la maggior parte dei professionisti e per le società di persone e di ditte individuali che abbiano un fatturato di almeno 400.000 € per prestazioni e servizi, e di 700.000 € per tutti gli altri casi. La partita Iva in regime ordinario, inoltre, comprende al suo interno le denominazioni di S.p.A., Srl, SAP, cooperative, e mutue assicuratrici. Possono parteciparvi inoltre enti pubblici e privati diversi dalle società che abbiano come scopo primario quella dell’esecuzione di un’attività commerciale. Per queste attività, inoltre, esistono Tre tipologie di aliquote Irpef: esiste infatti una aliquota fissata al 23% per redditi fino a 15.000 €, una aliquota del 25% per redditi dalle 15.000 28.000 €, un’aliquota del 35% per redditi compresi fra i 28.000 e 50.000 €, e un’aliquota del 43% per redditi oltre i 50.000 €. Attenzione inoltre che per tutti coloro che operano con la partita Iva in regime ordinario è necessario emettere fattura e fatturazione elettronica e applicare l’Iva. È inoltre necessario inviare la dichiarazione Iva all’agenzia delle entrate attraverso la comunicazione telematica annuale.
Esistono altri regimi semplificati?
Esiste, per tutti coloro che hanno un fatturato troppo alto per giustificare il regime forfettario, ma troppo basso per rientrare nel regime ordinario il regime ordinario semplificato. Il regime ordinario semplificato è adatto a tutti quei soggetti partita Iva che hanno ricavi inferiori a 400.000 € per chi ha un’attività di servizi e ai 700.000 € per tutte le altre attività. Il regime ordinario semplificato, dunque, permette di semplificare in maniera sensibile la burocrazia e la gestione della contabilità. Rimane tuttavia l’obbligo di mantenimento dei registri Iva e dei registri degli incassi dei pagamenti oltre che dei beni ammortizzabili. Deve essere eventualmente disponibile il libro unico del lavoro.
Qual’é il regime fiscale più vantaggioso?
Secondo quanto appreso dei paragrafi precedenti, il regime fiscale più vantaggioso è sicuramente il regime forfettario. Questo, infatti, permette di ridurre al minimo gli obblighi da assolvere nei confronti dell’agenzia delle entrate oltre che, soprattutto, di minimizzare la tassazione. Questo regime, inoltre, discrimina in maniera sufficientemente precisa la redditibilità anche in base al codice ATECO. Questo codice è molto importante in quanto identifica la tipologia di attività svolta. Con il regime forfettario, dunque, si paga appena al 5% di tasse per i primi cinque anni. È sicuramente il modo più vantaggioso per fare impresa. Per sapere con precisione quante tassi paghi un freelance in Italia rivolgiti a Daniele Pescara.