Quanto guadagna un videomaker freelance in Italia?
La professione del videomaker oggi non è assolutamente facile: normalmente si lavora per società e istituzioni, venendo pagati a seconda della prestazione, e quasi sempre il lavoratore non ha delle ore settimanali lavorative fisse (come succede per tutti i dipendenti freelance). Pertanto è necessario aprire molto spesso una partita IVA. In media, in Italia, un videomaker può guadagnare fino ai 2000 euro al mese, ma ovviamente ciò suppone un lavoro più o meno a regime pieno: molto spesso si lavora invece a prestazione, e le stime affermano che, per un video professionale/pubblicitario intorno ai 15 minuti, il compenso si aggira intorno ai €500. Ovviamente, entrare a far parte del mondo dei videomaker da ufficiali dipendenti non è affatto facile: al contrario, se vuoi aspirare a lavorare come videomaker freelance, ci sono numerose agevolazioni fiscali che dovresti conoscere: una di queste è il regime forfettario.
Regime forfettario: di cosa si tratta
Se sei un videomaker freelance probabilmente ti troverai a doverti interfacciare con termini sconosciuti, come regime forfettario. Si tratta di un particolare regime fiscale che va incontro ai lavoratori che guadagnano relativamente poco e devono aprire una partita IVA in quanto svolgono un’attività indipendente, proprio come quella del videomaker. Tramite questo regime fiscale, il lavoratore freelance potrà usufruire di una imposizione fiscale agevole che gli permetterà di iniziare la propria attività con un incentivo in più. Ma cosa bisogna fare per ottenere il regime forfettario? Innanzitutto bisogna avere i requisiti giusti, e rispettare alcuni limiti. Vediamo insieme quali.
Regime forfettario: requisiti
Il primo requisito che un videomaker freelance deve considerare è non superare i €65000 annui per i propri compensi. Ovviamente, la cosa viene riproporzionata nei giorni di effettiva attività nel caso in cui si arrivi alla fine dell’anno, quando si è aperta la partita IVA soltanto pochi mesi prima.
Per fare un esempio concreto: se hai aperto una partita IVA il 1 settembre e rimane ancora aperta il 31 dicembre dello stesso anno, non dovrai attenerti al limite dei €65000, ma dovrai ricalcolarlo in base ai giorni in cui hai effettivamente lavorato. Per il calcolo, molto semplice, dovrai dividere €65000 per i 365 giorni dell’anno e moltiplicarli per i giorni di effettiva attività. Il numero ottenuto corrisponde alla cifra che non dovrai aver superato. Un altro requisito è la necessità di recepire i redditi come lavoratore dipendente: forse non lo sai, ma puoi aprire la partita IVA anche se svolgi un’attività autonoma da lavoratore indipendente: in questo caso per adottare il reddito forfettario il tuo RAL del conto dipendente non deve andare oltre i €30000. Dunque, abbiamo appurato che è possibile avere un contratto di lavoro subordinato parallelamente all’apertura della partita IVA. Ma un’altra cosa da sapere, di fondamentale importanza se vuoi avviare una carriera come lavoratore videomaker freelance, è che se pagherai dei collaboratori per la tua attività freelance, al fine di mantenere il regime forfettario non potrai erogare ai tuoi collaboratori più di €20000 lordi l’anno. Inoltre, costituisce un’esclusione dal regime forfettario l’ingresso in società di persone e imprese (Sas).
Questi sono i minimi requisiti, in breve, per poter partecipare al regime fiscale forfettario e aprire una partita IVA senza troppi pensieri. Se vuoi saperne di più e passare alla pratica, scoprendo se hai davvero i requisiti per accedere al regime forfettario per l’anno 2022, ti basterà cliccare sul seguente link, dove potrai approfondire l’argomento.