ADR: cosa cambia nel 2023
Il trasporto merci pericolose cambia nel 2023: è infatti entrata in vigore la nuova versione dell’ADR, l’accordo europeo sul trasporto di questo tipo particolare di merci. In questo articolo presentiamo le principali novità introdotte dall’ultima revisione del documento.
Oltre alle norme contenute nell’ADR, tutti i trasportatori di merci pericolose devono assicurarsi anche per il 2023 di registrare le attività del veicolo e dei conducenti grazie ai dati presi dallo scarico dati cronotachigrafo digitale. Il tachigrafo è uno degli strumenti più importanti per preservare la sicurezza di un trasporto, in particolare se di merci pericolose.
ADR: cosa è
ADR è un acronimo e deriva dall’inglese “European Agreement concerning the international carriage of Dangerous goods by Road”. In italiano può essere tradotto come “Accordo europeo per il trasporto internazionale su strada di merci pericolose“. L’Italia implementa l’ADR con il decreto legge 1839 del 1962 e lo adotta come standard anche per i trasporti all’interno dei confini nazionali con il decreto ministeriale del 4 settembre 1996.
L’ADR è composto da nove parti. Le prime sette compongono l’allegato A, mentre le ultime due l’allegato B. In generale il documento contiene la lista delle merci considerate pericolose, le disposizioni su imballaggi e cisterne, le corrette procedure di spedizione e una serie di obblighi relativi al veicolo e agli operatori che gestiscono il trasporto. L’accordo individua otto operatori. I primi tre sono detti “principali” e sono lo speditore, il trasportatore e il destinatario. In aggiunta abbiamo il riempitore, l’imballatore, il caricatore, lo scaricatore e il gestore del container (o cisterna). Ognuna di questa figure ha obblighi specifici in modo da mantenere in ogni fase del processo di trasporto un alto grado di sicurezza.
L’ADR viene aggiornato ogni due anni, soprattutto nelle sue parti più tecniche. Le modifiche vengono comunicate dalla Segreteria dell’ONU agli Stati Membri dell’Unione verso la fine di giugno dell’anno precedente a cui entreranno in vigore. Fino al 30 settembre gli Stati possono contestare le modifiche. Tutte le novità si applicano dal 1° gennaio, salvo indicazioni contrarie. Fino al 30 giugno del primo anno, le aziende hanno il tempo di adeguarsi alle nuove regole senza rischiare sanzioni.
ADR: le novità in vigore a partire da Gennaio 2023
Quali sono le principali novità per il trasporto merci pericolose nel 2023? La prima riguarda la nomina del consulente per l’ADR. Finora gli speditori non erano obbligati ad avere un consulente interno per l’applicazione dell’accordo. Nel 2019 questo obbligo era stato introdotto anche per loro, ma venne istituito un periodo di adeguamento fino al 31/12/2022. Dal 2023 sarà dunque ufficialmente obbligatorio anche per gli speditori avere un proprio consulente per l’ADR.
Tra le novità più interessanti, troviamo poi due norme legate alla sicurezza dei mezzi di trasporto. La prima sancisce che tutte le cisterne che trasportano gas liquefatti infiammabili devono possedere le valvole di sicurezza. La seconda interessa invece i veicoli industriali che trasportano alcuni gas e liquidi combustibili: dal 2023 anche questi devono installare gli estintori automatici e il sistema di protezione termica. Un’altra novità sul trasporto di merci pericolose riguarda le materie corrosive. Nel caso non sia possibile definire il gruppo di imballaggio in base ai test tradizionali, da ora è necessario registrare il carico con il gruppo di imballaggio I.
Ci sono infine dei cambiamenti all’ADR in merito alla stima del peso dei rifiuti provenienti da merci pericolose. Fino a ora il dato sulla quantità di rifiuti veniva stimata in maniera grossolana dallo speditore. Dal 2023 vanno fatte delle stime più precise a partire da:
- Un nuovo elenco degli imballaggi, in cui gli operatori devono indicare il volume nominale e il tipo di ogni imballaggio.
- Il volume nominale dei container.
- Dati forniti dallo speditore o da equipaggiamenti di bordo per quanto riguarda le cisterne che trasportano rifiuti sottovuoto.
Leggi anche l’articolo: La gestione dell’archivio: un aspetto aziendale trascurato all’interno delle aziende italiane